Scopriamo nel dettaglio chi può chiedere la detrazione per il canone d’affitto e come fare per beneficiare delle agevolazioni.
Uno dei dubbi più frequenti per chi decide di prendere in affitto un appartamento o un’abitazione in generale riguarda sicuramente la detrazione del canone di affitto: a chi spetta? Come si può usufruirne?
Innanzitutto chiariamo che, attraverso la dichiarazione redditi mod. 730, è possibile portare in detrazione le spese di affitto a patto che queste siano legate all’abitazione adibita come principale.
La detrazione varia però a seconda del reddito annuale del richiedente che può ricevere anche un rimborso pro quota nel caso in cui ci siano più soggetti a cui è intestato il contratto di locazione.
Vediamo allora quali sono le casistiche, sia generali che particolari, in cui si può richiedere la detrazione.
Cittadini a basso reddito
La prima circostanza per effettuare la detrazione del canone d’affitto fa riferimento ai cittadini a basso reddito.
Gli inquilini che hanno un reddito non superiore ai 15.493,71 euro possono detrarre 300 euro mentre se il reddito è compreso tra la cifra precedente e i 30.987, 41 euro allora la deduzione si dimezza e passa a 150 euro.
Ne consegue che, a tutti gli affittuari con un reddito superiore non percepiscono alcuna detrazione.
Contratti a Canone Concordato
Invece, se il contratto di locazione è a canone concordato (stipulato in base ad accordi definiti tra le organizzazioni della proprietà edilizia e quelle dei conduttori più importanti a livello nazionale) la detrazione è stabilita sempre in base al reddito del richiedente ma in misura diversa rispetto a quelle appena riportate.
Chi ha un reddito inferiore ai 15.493,71 euro, avrà diritto a una detrazione di 495,80 euro, mentre a chi ha un reddito compreso tra 15.493,71 euro e 30.987,41 euro spettano 247,90 euro di detrazione.
Giovani in affitto
Fino a Dicembre 2021 questa particolare categoria di inquilini godeva del bonus affitti che prevedeva, nello specifico, una detrazione fissa per i primi tre anni di contratto, pari a 991,60 euro.
Ma a partire dal 1° Gennaio 2022, la norma riguardante i giovani in affitto è stata modificata e sono stati apportati alcuni cambiamenti: adesso la detrazione è valida per tutti gli inquilini tra i 20 e i 31 anni non compiuti, si applica anche alle singole stanze (e non all’appartamento, a patto che il giovane stabilisca lì la propria residenza) e si estende ai primi quattro anni di contratto.
La detrazione va da un minimo di 991,60 euro e fino al 20% del canone di affitto con un tetto massimo che, però, non superi i duemila euro.
Cambio residenza per motivi di lavoro
Stesso importo anche per chi trasferisce la propria residenza per motivi di lavoro e prende in affitto una nuova abitazione.
A questi spetta una detrazione pari a 991,60 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro, o di 495,80 euro se il reddito è compreso tra 15.493,71 euro e 30.987,41 euro.
In questo caso particolare, l’inquilino può fruire della detrazione nei primi tre anni dopo il trasferimento della residenza, purché questa si trovi nel Comune in cui è situata la sede del nuovo lavoro (o in uno limitrofo) a non meno di 100 chilometri (e fuori dalla propria regione) dal Comune precedente.
Studenti fuori sede
Infine, l’ultimo caso in cui è possibile portare in detrazione il canone di affitto riguarda gli studenti fuori sede che frequentano atenei situati in Comuni diversi da quelli di residenza.
Così come per i lavoratori fuori sede, anche per gli studenti è necessario rispettare delle specifiche condizioni per usufruire della detrazione:
- l’appartamento o l’abitazione in affitto deve situarsi nello stesso Comune, o in uno limitrofo, in cui ha sede l’università;
- il Comune in cui si trova l’Ateneo deve distare almeno 100 km da quello di residenza.
Una volta soddisfatti questi requisiti, lo studente avrà diritto a una detrazione pari al 19% del canone d’affitto, calcolabile fino ai 2.633 euro.