Bonus casa, per quali richiedere sconto in fattura e cessione del credito?

Sconto in fattura e cessione del credito sono opzioni ancora valide per molti Bonus casa. Scopri quali!

Il Decreto Rilancio lo scorso anno ha introdotto la possibilità di ottenere il Superbonus 110% e alcuni Bonus Casa attraverso la cessione del credito o lo sconto in fattura in alternativa alla fruizione diretta della detrazione.

Queste opzioni hanno avuto un enorme successo, perché danno al contribuente il grande vantaggio di recuperare il bonus spettante in tempi molto più brevi.

Scegliendo lo sconto in fattura, l’incentivo si ottiene applicato direttamente dal fornitore. 

Per fare un esempio, se esegui un intervento di ristrutturazione che costa 20.000 euro e ti dà diritto a una detrazione del 50%, pagherai solo 10.000 euro al fornitore. 

Ma attenzione: se la stessa spesa dà diritto al Superbonus 110% non pagherai nulla, ma non recupererai i 2.000 euro di detrazione aggiuntiva che otterresti indicando le spese nella tua dichiarazione dei redditi. Infatti l’importo dello sconto in fattura non può superare il costo stesso dei lavori.

Invece con la cessione del credito il committente paga alla ditta che effettua i lavori la fattura piena e poi può cedere il credito che gli spetta a un ente terzo (che possono essere fornitori di beni, esercenti di attività autonome, banche, società) in cambio del rimborso fino a un importo massimo corrispondente alla somma che altrimenti sarebbe stata detratta in dichiarazione. 

Vediamo allora in quali casi si possono ottenere lo sconto immediato in fattura e la cessione del credito:

  1. Bonus ristrutturazione edilizia, lo sconto del 50% su spese fino a un massimo di 96.000 euro;
  2. spese per interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico degli edifici che danno diritto all’Ecobonus o al Sismabonus ordinari;
  3. Bonus facciate per lavori di recupero o restauro delle facciate degli edifici, con aliquota di sconto del 60%;
  4. spese sostenute per opere di installazione di impianti fotovoltaici;
  5. spese per l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici;
  6. costi legati al recupero del patrimonio edilizio che comportino la realizzazione di box o posti auto pertinenziali;
  7. Bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, la nuova detrazione del 75% per spese sostenute fino al 31 dicembre di quest’anno;
  8. Superbonus 110%, la maxi-detrazione per lavori in grado di migliorare la categoria energetica dell’edificio di almeno due classi e/o antisismici. 

 

Invece, proprio come nel 2021, anche quest’anno non sarà consentito scegliere lo sconto in fattura o la cessione del credito per il Bonus giardini e per il Bonus mobili.

Queste agevolazioni infatti si ottengono esclusivamente sotto forma di sconto IRPEF attraverso l’annuale dichiarazione dei redditi e le spese potranno essere recuperate in 10 anni.

Se nell’arco dei 10 anni l’immobile oggetto dell’intervento viene venduto, normalmente la detrazione fiscale viene trasferita all’acquirente nella quota non ancora utilizzata da chi ha sostenuto le spese. Ricordiamo che le parti però possono accordarsi anche in modo diverso in sede di compravendita: per scoprire cosa succede alle detrazioni fiscali in caso di vendita, donazione, usufrutto, locazione o successione dell’immobile clicca qui!

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